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Calciomercato

Milan: l’ennesima rivoluzione estiva

Il club rossonero valuta già l’ipotesi di numerosi cambiamenti in vista della prossima stagione

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MILANO – Sembra una società senza pace e molto probabilmente lo è davvero. Il Milan vive uno dei momenti più complicati della sua storia, lontano anni luce dai livelli che per tantissimo tempo hanno collocato il club rossonero come il più importante e vincente del mondo, un esempio per tutti, un punto di riferimento, una fonte d’invidia per le società rivali e concorrenti. Niente è più così, dalla fine dell’epopea berlusconiana all’arrivo del fondo Elliott, passando per il breve e terrificante interregno cinese, il Milan non ha più ritrovato sé stesso, navigando a vista tra promesse non mantenute e propositi di un rilancio mai concretizzato.

Responsabili

Se il detto afferma come il pesce puzzi sempre dalla testa, la proprietà americana dei rossoneri non è certo immune dalle colpe per la mancata resurrezione della società, con proclami ed ambizioni inversamente proporzionali sia ai risultati che al progetto tecnico, oltre alla tattica più o meno suicida di affidare la risalita ad una truppa di novizi del mestiere: l’amministratore delegato Ivan Gazidis (fautore del terrificante, improvvisato ed inconcludente progetto giovani) all’Arsenal ricopriva tutt’altro ruolo, i responsabili dell’area tecnica, Paolo Maldini e Zvonimir Boban, sono alla prima esperienza dirigenziale di club, l’organico della squadra è composto da giovincelli ramazzati qua e là ed assemblati alla bene e meglio, gli allenatori scelti sono onesti mestieranti e nulla più.

Rivoluzione

E così, come se cambiare tutto ogni 6-12 mesi si sia rivelata finora la scelta più indovinata (tutt’altro), i vertici milanisti sono pronti a stravolgere organigrammi e strutture già in vista della prossima stagione che sarà considerata per l’ennesima volta quella del riscatto. I quadri dirigenziali sono destinati ad un’altra revisione: la posizione del direttore sportivo Frederic Massara è in bilico e il nome di Giovanni Sartori in forte ascesa.

Anche Boban e Maldini non sembrano poter dormire sonni tranquilli: la scelta di Marco Giampaolo si è rivelata un fallimento (peraltro ampiamente preventivabile), mentre quello di Pioli (che per assunto sta lavorando anche benino) un semplice ripiego dopo le bizze di Spalletti e dell’Inter. Anche la campagna acquisti è risultata soddisfacente solo a metà: bene Theo Hernandez e Bennacer, male Rebic, malino Leao. Le dichiarazioni di Boban dopo Atalanta-Milan, poi, hanno mandato su tutte le furie la famiglia Singer, irritatissima per lo scarico di responsabilità nei loro confronti da parte del dirigente.

Strategie

Ciò che stride, infine, è la totale mancanza di organizzazione di un club che assomiglia all’Inter di fine anni novanta: la stagione non va bene? Piazza pulita ed avanti un altro sotto la forca. La programmazione è sommaria, si è scelto di ripartire da una rosa di soli giovani senza avere la benché minima idea di come fare, senza esperienza a riguardo, col risultato di aver creato un ibrido dall’insuccesso scontato. Con questi presupposti e con una proprietà con tante idee ma poche capacità, non in grado di guardare la realtà ed interessata solo a vendere la società chiedendo cifre inversamente proporzionali al suo valore, il tanto agognato ritorno del Milan ai fasti di un tempo tarderà ad arrivare, anche modificando i quadri dirigenziali e cambiando ancora allenatore. Altro che Godot.

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