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Analisi

Milan: l’allenatore del futuro

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MILANO – Il 2020 inizia in salita per il Milan di Stefano Pioli, reduce dalla scoppola rimediata a Bergamo nell’ultima giornata del 2019, dallo scialbo 0-0 con la Sampdoria ed ormai relegato a metà classifica con già 8 sconfitte sul groppone e appena 22 punti nei primi 18 turni del torneo. Un andamento così mediocre dal porre tutti sulla graticola, dalla proprietà alla dirigenza, dall’allenatore ai calciatori, l’intero Milan sotto esame dopo l’ennesima rivoluzione e l’ennesimo tentativo di ripartire a 8 anni dall’ultima formazione rossonera realmente competitiva in Italia e in Europa.

Panchina

L’allontanamento di Marco Giampaolo, esonerato dopo soltanto 7 giornate, e l’assunzione di Stefano Pioli sembravano aver colmato, almeno parzialmente, la falla della panchina, con il nuovo tecnico che, pur non essendo fra i top italiani, aveva iniziato a svolgere un discreto lavoro di rivitalizzazione del gruppo nel tentativo di salvare il salvabile e provare a risalire la china in campionato raggiungendo almeno la zona Uefa. Ma l’Europa resta un miraggio per la compagine milanista che dopo il rovescio contro l’Atalanta ed il pari con la Sampdoria dista ben 7 lunghezze dal sesto posto e addirittura 13 da quella quarta posizione che era la grande speranza della società ad inizio anno e che ora altro non è se non una visione.

Cambio

Dai piani alti del Milan è ormai chiaro che anche in vista della prossima stagione poco potrà cambiare pure con l’ennesimo rimpasto in seno alla dirigenza e nel parco giocatori: serve una guida tecnica esperta, un allenatore di primo livello che trasmetta personalità e mentalità vincente nello spogliatoio milanista. Il destino di Pioli, dunque, sembra segnato a prescindere, anche se l’esonero del tecnico parmense porterebbe i rossoneri a pagare tre allenatori a luglio del 2020, sempre che Giampaolo non rescinda il contratto dopo aver trovato un nuovo impiego per la prossima stagione (l’Udinese, in tal senso, è molto interessata al profilo dell’allenatore abruzzese).

Nomi

Ma quale tecnico potrebbe accettare di sedersi sulla panchina del Milan col rischio di diventare l’ennesimo capro espiatorio di una situazione sportivamente drammatica? Assai complicato sarà arrivare ad un allenatore di primissima fascia (se Elliott non cedesse la società), anche se il nome di Massimiliano Allegri è il primo nella lista dei dirigenti rossoneri e quella milanista potrebbe essere l’unica soluzione italiana per il tecnico toscano che ha però tante e facoltose richieste dall’estero. C’è poi quel Luciano Spalletti che già al Milan è stato vicinissimo per il post Giampaolo e che a giugno potrebbe riproporsi per subentrare a Pioli; la pista estera, infine, può essere il colpo a sorpresa del Milan, un nome segreto (Unai Emery?) mai uscito finora e sul quale invece il club meneghino stia già lavorando.

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