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Analisi

I tormenti di Ibrahimovic e del Milan

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MILANO – Il calcio è fermo, in generale è il mondo ad essersi fermato dopo l’esplosione del contagio del coronavirus che ha costretto allo stop anche ogni attività sportiva. E durante la pausa, al Milan si riflette su come programmare il futuro dopo l’ennesima stagione ormai da buttare, con una proprietà inconcludente, un progetto pressoché fallito sul nascere, i calciatori migliori con la valigia in mano ed una tifoseria sul piede di guerra, esasperata dopo otto anni di miserie e vittorie mancate.

Rinascita

Chi ha però messo tutti d’accordo negli ultimi mesi è stato Zlatan Ibrahimovic, riportato a Milano dall’opera di convincimento di Boban e Maldini, bravi non solo a persuadere lo svedese ma anche quel Gazidis da sempre contrario all’ingaggio di giocatori oltre i 30 anni, necessari però in un Milan pieno di elementi giovani e dunque inesperti, ai quali una guida (in campo ma soprattutto nello spogliatoio) come Ibrahimovic serviva, serve e servirà ancora per crescere, maturare e migliorare.

Dubbi

Ma ora, con Boban fuori dai giochi, Maldini ad un passo dall’addio e Gazidis con pieni poteri, il futuro del fuoriclasse scandinavo è tutto da riscrivere, perchè se fino a un mesetto fa il prolungamento del suo contratto oltre il 30 giugno e fino al 2021 appariva solo una pura formalità, adesso le cose sembrano essersi modificate. Ad Ibrahimovic non è piaciuto il trattamento riservato dall’amministratore delegato a Boban, ovvero al suo punto di riferimento in società, così come poco attraente appare l’ipotesi di abbassare ancor di più il monte ingaggi e ringiovanire ulteriormente l’organico.

Rabbia

C’è chi parla di frizioni tra il centravanti rossonero e Gazidis, chi di un confronto chiarificatore in programma nelle prossime settimane, chi ancora di un notevole fastidio dello svedese a cui era stato garantito un percorso di rinascita del Milan che, al contrario, potrebbe tardare ancora. Inoltre, non è così scontato che la proprietà milanista abbia la decisa intenzione di riconfermare Ibrahimovic che ad ottobre compirà 39 anni e il cui stipendio viaggia sui 6 milioni l’anno.

Problemi

Il punto non è neanche economico, o non soltanto, perchè il campione rossonero ha diverse perplessità: il progetto di Elliott non lo soddisfa, il rapporto con Gazidis non è idilliaco, senza Boban e Maldini mancherebbero i riferimenti nella dirigenza, oltre al fatto che il possibile arrivo del tedesco Rangnick potrebbe tagliare definitivamente ogni speranza di rivedere Ibrahimovic in rossonero anche la prossima stagione, con l’ex tecnico del Lipsia poco propenso ad allenare calciatori “anziani” ed accentratori come lo svedese.

Riflessioni

Se tutto ciò dovesse verificarsi, il Milan in un anno solare esatto avrebbe fatto fuori Leonardo, Gattuso, Boban, Maldini e Ibrahimovic, non soltanto icone della gente, ma anche punti cardine della rinascita rossonera. Il centravanti scandinavo ha dimostrato di saper invogliare il gruppo, aggiungendo esperienza, qualità, carisma e mentalità vincente, elementi fondamentali per il riscatto tanto bramato e sbandierato dal fondo Elliott e da Gazidis stesso. Senza Ibrahimovic verrebbero a mancare le fondamenta di tale riscatto, allontanando sempre più da Milanello la volontà di tornare competitivi almeno in Italia.

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