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Analisi

Milan: corsa a quattro per la panchina

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MILANO – Il Milan sfoglia la margherita in attesa che il calcio riparta e in attesa di conoscere le mosse di una proprietà sempre più confusa ed ormai accartocciata su sé stessa, con un amministratore delegato che fagocita dirigenti, che non ascolta la parte sportiva da lui stesso scelta e che si prepara a ringiovanire ancor di più l’organico rossonero con stipendi sempre più bassi e prospettive sportive sempre più limitate per chi, almeno in teoria, vorrebbe tornare sul tetto d’Italia in tempi relativamente brevi.

Dilemma

Ma da quale allenatore ripartirà il Milan 2020-2021? Fino a qualche settimana fa appariva scontato l’esonero di Stefano Pioli a fine campionato per far posto al tedesco Rangnick, fortemente voluto da Gazidis in persona, abile a lavorare con i giovani, artefice dei miracoli Hoffenheim e Lipsia in Germania, e che a Milanello potrebbe operare nella doppia veste di allenatore e direttore sportivo. Ma negli ultimi tempi qualcosa sembra essersi bloccato nella trattativa fra il Milan e Rangnick che appare molto più dubbioso di prima e assai meno sicuro di accettare la proposta rossonera.

Alternative

Motivo per il quale sta tornando prepotentemente in corsa la candidatura di Pioli, il cui lavoro è stato finora apprezzato dalla proprietà e che in caso di mancato accordo con Rangnick sarebbe in pole position per quel posto che attualmente è già suo. Più defilati, infatti, appaiono i profili dello spagnolo Marcelino, ex Valencia, anch’egli abilissimo nel lavoro coi giovani, vicino all’Inter qualche anno fa prima che i nerazzurri virassero proprio su Stefano Pioli, così come lontanissimo appare quel Luciano Spalletti che al Milan era stato ad un passo dopo l’esonero di Giampaolo, che sarebbe la soluzione migliore per offrire ai rossoneri esperienza e certezza di lottare per le prime quattro posizioni, ma che ad oggi ha forse appena il 5% di sedersi sulla panchina milanista.

Conclusioni

Difficile ipotizzare una scelta come l’ex tecnico di Roma ed Inter, tanto per stipendio quanto per metodi lavorativi: Spalletti è allenatore che difficilmente accetterebbe una rosa formata da soli giovani e difficilmente si ritroverebbe compatibile con uno come Gazidis che da una parte pretende risultati e dall’altra non mette a disposizione dei tecnici le risorse adeguate per riuscirci. Motivo per cui, ad oggi, Ralf Rangnick resta il favorito per allenare il Milan dell’anno prossimo, anche se le sue quotazioni sono in ribasso e quelle di Pioli in netto rialzo, con Marcelino e Spalletti a dividersi equamente un 10% di complicata realizzazione.

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