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Questo Milan sa solo vincere: solito Ibra, ma anche alcune belle sorprese

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DONNARUMMA – Assiste inoperoso al dipanarsi del match senza essere mai chiamato in causa, eppure alla fine è costretto a raccogliere in fondo al sacco un pallone imprendibile. 6 

DALOT – È il giocatore più atteso dal pubblico milanista, ansioso di scoprire l’ultimo colpo di mercato del duo Maldini-Massara. Dalot all’inizio lascia parecchio a desiderare, dalla sua parte l’ex Laxalt sembra Roberto Carlos e anche quando prova ad offendere non incide. Nella ripresa acquista piano piano un po’ di fiducia, ma sarà il caso di rivederlo nuovamente all’opera. Per adesso rimandato. 5,5 

KJAER – Ottimo e affidabile perno della difesa milanista, sovrano dell’area di rigore che spazza con tempismo ed esperienza sia di piede che di testa. Certo, il reparto offensivo del Celtic non costituisce un banco di prova impegnativo, ma il danese fa il suo senza troppi patemi d’animo. 6,5 

ROMAGNOLI – Subito chiamato a sbrogliare una situazione complicata in area di rigore dopo 4 minuti, tanto per far capire a compagni e avversari che lui c’è, il capitano è tornato. E la sua partita è un distillato di attenzione, carisma e cura per la propria retroguardia. In occasione dell’unico errore del compagno Kjaer al minuto 87’ è Alessio che sventa la minaccia. 6,5 

HERNANDEZ – Erroraccio dopo 10 minuti che quasi manda in porta il centravanti avversario, quindi Frimpong lo prende d’infilata un paio di volte. Si scuote nel finale di tempo con un paio di sgroppate delle sue, da una delle quali nasce il gol del raddoppio milanista. Da quel momento prende le misure all’avversario a cui non lascia più neppure un varco. 6 

KESSIÈ – Le ambasce del compagno di reparto Tonali gli appaiono subito evidenti, così all’inizio si preoccupa più di coprire Sandrino che a svolgere i suoi compiti. È però lui il padrone incontrastato del centrocampo, signore assoluto di un reparto che domina chiunque siano compagni e avversari. A metà ripresa Pioli lo richiama in panchina per farlo rifiatare in vista della Roma, ma appena esce Franck il Milan inizia a ballare. 7,5

TONALI – L’emozione gli gioca un brutto scherzo e in avvio perde tre palloni pericolosi, uno dopo l’altro. Gliene capita uno buono da scaraventare in porta alla mezz’ora, ma lo colpisce quasi di stinco. Nella ripresa entra in campo con maggiore convinzione e riacquista un pizzico di fiducia nelle giocate, ma è lui a dover marcare su calcio d’ Elyounoussi che invece di testa lo anticipa netto e accorcia le distanze per il Celtic a un quarto d’ora dalla fine. 5 

CASTILLEJO – È suo il mancino vellutato che al 13’ si appoggia delicatamente sul capoccione di Krunic che insacca. Nel complesso però sembra giocare sempre con un tempo di gioco di ritardo rispetto al necessario. Nella ripresa esce di scena. 6 

KRUNIC – Tocca il primo pallone dopo 13 minuti e sbaglia di metri un passaggio di ritorno a Brahim. Dopo appena 30 secondi però si inserisce con tempi perfetti e inzucca in rete la palla del vantaggio rossonero. Bravo a conquistare una punzione dal limite al 35’ che però Theo non trasforma. Perde un pallone nella ripresa per eccesso di confidenza meritando il rimbrotto di mister Pioli. 6,5

BRAHIM DIAZ – Corre per il campo come un trottolino alla ricerca della posizione, alla fine regala il primo spunto di rilievo al 21’, ma Ibra non ne approfitta. Gioca un primo tempo troppo timido, incolore, poi approfitta di una geniale combinazione tra Ibra e Theo e prima del duplice fischio inventa la giocata giusta per il raddoppio milanista. Nella ripresa è più nel vivo della manovra, si propone con continuità ma talvolta è impreciso nelle giocate.  6,5 

IBRAHIMOVIC – Consapevole di essere l’unica guida del giovanissimo Milan, arretra notevolmente il proprio raggio d’azione agendo praticamente da trequartista e lasciando spazio agli inserimenti di Krunic, ma non si risparmia neppure in fase difensiva dove svetta di testa sui calci da fermo per gli scozzesi e finisce a fare il terzino per disincagliare il pallone dai piedi degli attaccanti avversari. Parte dai suoi piedi, tanto per cambiare, l’azione del raddoppio rossonero. Uomo ovunque, uno spettacolo per gli occhi e un esempio costante per i compagni. 8

BENNACER – Pioli lo chiama a mettere ordine in mezzo al campo nella mezz’ora finale, ma Ismail trova una squadra un po’ troppo rilassata. 6 

LEAO – Entra al posto di Ibra ma stavolta non incide. 5,5

HAUGE – Il tecnico rossonero gli regala 10 minuti di passerella a risultato quasi acquisito. Premio che il classe ’99 sfrutta al meglio timbrando il cartellino alla sua prima uscita in Europa League con la maglia milanista. Se il buongiorno si vede dal mattino… 7

SAELEMAEKERS – Un cartellino giallo ma anche l’assist vincente per il giovane norvegese Hauge che chiude il match. 6,5

PIOLI – Alle prese con i primi obblighi dettati dal turnover, il tecnico milanista decide per un Milan poco conservativo: infatti ben cinque sono le novità rispetto alla squadra scesa in campo nel derby. Ma se alcune scelte erano attese (Brahim Diaz, Tonali, Dalot, Castillejo), sorprende la decisione di schierare Krunic, per giunta nei tre alle spalle di Ibrahimovic. I nuovi entrati ripagano la fiducia del mister segnando i primi due gol. Poi la squadra si rilassa e, complice l’uscita dei due totem Ibra e Kessiè, incassa il gol scozzese. Per fortuna nel finale ci pensa il duo Bennacer-Hauge a chiudere la pratica. 7

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