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Analisi

Milan: la forza del gruppo e il peso delle assenze

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MILANO – Altri tre punti incamerati, un’altra vittoria (l’ottava in trasferta su nove incontri disputati lontano da San Siro) e il titolo di campione d’inverno lontano solo un punto. E’ questo il bottino del Milan al rientro dalla vittoriosa partita di Cagliari, decisa dalla quinta doppietta stagionale di Zlatan Ibrahimovic; un Milan che in Sardegna ha confermato quanto di buono mostrato finora, imponendosi grazie alla compattezza, allo spirito di gruppo e ad una mentalità ormai perfettamente assimilata dal gruppo di Stefano Pioli, pronto a cucirsi mezzo scudetto sulla maglia sabato pomeriggio.

Problemi

Eppure, il tecnico milanista non riesce mai a gioire fino in fondo dopo ogni incontro perché tutte le volte è costretto a fare il conto dei superstiti della sua squadra. Fra infortuni, squalifiche e positività al Covid, infatti, il Milan si ritrova di settimana in settimana con 5, 6 o anche 7 assenti, forse l’unica compagine della serie A alle prese con così tante defezioni. E se è vero che nonostante ciò i rossoneri non hanno perso il primato in classifica, è altrettanto palese che con simili criticità numeriche sarà difficile tenere a bada la rimonta dell’Inter.

Mercato

Oltretutto, la sfortuna del Milan è stata anche quella di perdere spesso e volentieri più calciatori nello stesso ruolo, come ad esempio quando il duo di centrocampo Kessie-Bennacer è stato spazzato via al punto da costringere Pioli a dover adattare in mezzo al campo Calabria, duttile e generoso, ma pur sempre fuori ruolo. Anche a Cagliari, i due trequartisti di sinistra Rebic e Leao hanno dato forfait insieme, obbligando l’allenatore a schierare un Hauge in evidente flessione e a tenere Ibrahimovic in campo per tutti e 90 i minuti di gioco. E qualcuno sosteneva anche che il Milan non avrebbe dovuto fare mercato a gennaio….

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