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Analisi

Milan: il peso che non si sente

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MILANO – A prescindere da come finirà questa stagione, il Milan meriterà solamente applausi per aver fatto assistere il mondo del calcio alla più incredibile e particolare trasformazione sportiva. In appena un anno, infatti, i rossoneri sono passati dall’essere una formazione senza identità e con pochissimo carattere, in preda a continui battibecchi fra proprietà e dirigenza, e con una tifoseria sul piede di guerra, al diventare un rullo compressore in grado di portare a casa 46 punti in 20 giornate e resistere in testa alla classifica nonostante il fiato sul collo di Inter e Juventus.

Particolarità

A sorprendere, oltre alla personalità e al piglio acquisito dal Milan, è anche la capacità di tener botta pure a fronte di assenze che avrebbero steso praticamente chiunque. I rossoneri, invece, si sono rimboccati le maniche, hanno giocato più della metà delle partite senza il loro leader Zlatan Ibrahimovic, hanno fatto a meno del capitano Alessio Romagnoli nella fase iniziale, poi hanno fatto fronte a infortuni, squalifiche, positività al Covid, impedimenti che hanno privato Pioli di gente come Calhanoglu, Rebic, Kjaer, Saelemaekers, Leao, Theo Hernandez, spesso assenti in blocco.

Meriti

E’ stato bravissimo Stefano Pioli, ovviamente, a sopperire a tali mancanze, grazie alla sua capacità di non piangersi addosso come amano fare diversi suoi colleghi, non condizionando la squadra, non creando alibi nello spogliatoio. Il Milan gioca allo stesso modo, sempre, non si spegne e non si rassegna se manca più di un titolare, tutti remano dalla medesima parte, tutti si rendono utili, tutti vogliono vincere. E, visto cosa hanno combinato i rossoneri con tutte le assenze, la domanda sorge spontanea: cosa accadrà quando Pioli avrà finalmente a disposizione tutta la rosa? Le rivali, insomma, sono avvisate.

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