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Milan, ennesimo ko interno: al Napoli basta Politano… e l’arbitro Pasqua

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DONNARUMMA – Subito sollecitato dalle offensive napoletane, risponde presente su un paio di tiri centrali di Insigne, poi con una parata più complicata su Zielinski al 16’. Al 50’ è beffato da un tiraccio, strozzato di Politano che si infila alla sua destra. Si riscatta pochi minuti dopo respingendo a mano aperta una sassata di Fabian Ruiz. 6 

DALOT – Consapevole di avere il compito più arduo di giornata, tenere a freno la verve di Insigne, inizia subito con il piglio giusto respingendo al mittente un’insidia del capitano azzurro dopo 2 minuti. È un fuoco di paglia perchè da quel momento in poi la partita di Dalot si fa complicata. Grave il passaggio a vuoto all’altezza della mezz’ora: prima perde un pallone sanguinoso in ripartenza, poi si lascia sfilare troppo facilmente Insigne che mette al centro un assist al bacio per Zielinski. È sempre Diogo il primo responsabile in occasione del gol subito: sbaglia un appoggio semplice a metà campo e consente al Napoli di prendere d’infilata la difesa sguarnita. Scadente anche nella gestione dei cross, tutti fuori misura. 4,5 

TOMORI – Come a Manchester ogni tanto dà la sensazione di perdere le spaziature con gli avversari, per fortuna del Milan Zielinski al quarto d’ora conclude morbido. Stavolta la colpa è  delle frequenti escursioni di Gabbia sulla fascia. Nel complesso però la sua prestazione è molto buona, la sua qualità nel confronto stretto con gli avversari è sublime: era davvero tanto tempo che non si vedeva un centrale difendere in questo modo, mordendo letteralmente le caviglie degli attaccanti. Un autentico muro. 7 

GABBIA – Si allarga spesso e troppo per inseguire Mertens, con la controindicazione di lasciare solo Tomori a gestire gli inserimenti dei centrocampisti avversari. Al contrario del suo compagno di reparto desta più di qualche inquietudine, comprensibile visto che è lontano dai campi da gioco da più di tre mesi. Non esattamente brillante come nelle sue prime uscite in rossonero, anche se nella ripresa sembra trovare un pizzico di confidenza in più. 5,5 

HERNANDEZ – Se il buongiorno si vede dal mattino: subito un filtrante preciso per Leao dopo 3 minuti che si annuncia benaugurante. Nemmeno 7 minuti e un altro prezioso assist, stavolta per Calhanoglu che sparacchia alto. In realtà nella sua prima ora di partita alterna buone giocate a qualche blackout difensivo, come l’assenza in occasione del gol di Politano. Appena entra Rebic dalla sua parte però Theo si sblocca e inizia a spingere sulla fascia creando più di una preoccupazione alla difesa napoletana. Ha anche il merito nel finale di guadagnarsi un rigore nettissimo che l’arbitro Pasqua fa finta di non vedere. Non contento, richiamato correttamente dal Var Mazzoleni, va a controllare al monitor e sentenzia che non c’è nulla. Incredibile. 6,5 

TONALI – Ringhia come ai bei tempi di Brescia, forse stimolato dalla presenza del suo idolo Gattuso sulla panchina avversaria, ma non è sempre precisissimo nella gestione del pallone. Prezioso al 24’ quando stoppa al limite dell’area una pericolosa incursione di Politano e sul proseguimento dell’azione provoca anche il giallo a Maksimovic, costretto ad abbatterlo a metà campo. 6,5 

KESSIÈ – Reduce dalla maestosa prestazione dell’Old Trafford, grazie alla quale è riuscito a sedurre tutto il pubblico britannico, contro il Napoli gioca una partita più votata al contenimento e alla ripartenza. In occasione del gol partenopeo neanche il presidente riesce a fare la giocata giusta, esce fuori tempo lasciando agli avversari l’intera metà campo libera per offendere Donnarumma. Pioli si accorge che il caterpillar rossonero è rimasto senza carburante e lo chiama a rifiatare al 67’. 5

CASTILLEJO – Reattivo al 13’ quando approfitta di un break per lanciarsi nello spazio tutto solo, ma nessuno dei suoi compagni ha la prontezza di servirlo e metterlo in porta. Pronto nello spesso modo a rientrare veloce per dar manforte a Dalot in difesa. Esce al quarto d’ora della ripresa dopo un’ora di gioco di corsa e poca sostanza. 5,5

CALHANOGLU – Il rischio di puntare su giocatori recuperati dopo una lunga assenza è che possano essere non in gran forma. L’approccio di Hakan fa pensare a questo e il tiraccio da buona posizione al minuto 11 ne è la conferma. Calha è comunque nel vivo del gioco ma la sensazione è che gli manchi quella brillantezza per gestire il pallone con un tempo di gioco in meno. Al 35’ si libera bene al limite dell’area e conclude di sinistro ma il pallone volta alto. Nella ripresa si fa vedere per un paio di calci da fermo, fino a quando non esce per far spazio a Brahim Diaz. 5

KRUNIC – Più impegnato a coprire la zona dove giostra Politano che a proporre gioco in avanti. Si vede veramente poco e a inizio ripresa Pioli lo richiama in panchina. 5

LEAO – Al 3’ detta il passaggio in profondità e si fa pescare davanti a Ospina che però sventa. Un bagliore di luce che però si spegne in fretta. Prova anche ad indietreggiare per trovare spazio ed è da un movimento del genere che nasce una bella conclusione radente al 33’ che impegna Ospina. Al 65’ Rebic lo pesca alle spalle di Koulibaly tutto solo, ma Rafa rovina tutto con un tiraccio floscio che si spegne tra le braccia di Ospina. Esce ad un quarto d’ora dalla fine. 4,5

BRAHIM DIAZ – Decisamente più vivace della controfigura di Calhanoglu vista per i primi 60’ di gioco. Mette una punizione precisa sulla testa di Rebic ma Ospina dice no. 6

SAELEMAEKERS – Entra il peperino belga e offre subito la vivacità che al Milan era mancata nella prima ora di gioco. 6 

REBIC – Anche il croato ha voglia di fare e lo dimostra inseguendo Politano per trenta metri e cercare in tutti i modi di strappargli il pallone. Mette un pallone delizioso in mezzo per Leao tutto solo, ma il portoghese scalpella la gran giocata di Ante. Nei successivi minuti prima cerca di mettersi in proprio ma il suo tiro dal limite volta alto, poi gira bene a rete di testa una punizione di Brahim Diaz ma Ospina gli nega la gioia del gol. Innervosito dalla pantomima di Pasqua in occasione del rigore nettissimo negato al Milan, protesta e si fa cacciare nei minuti di recupero. 5,5

MEITÈ – Sembra aver acquisito fiducia, forse anche troppa visto il rischioso dribbling che si concede in area e il pallone perso per giochicchiare tra tre avversari quando passare era decisamente più logico. 5,5

HAUGE – s.v.

PIOLI – Ancora una volta è costretto a fare di necessità virtù e per due titolari recuperati, Calhanoglu e Theo Hernandez, ne perde altri 3, Kjaer, Calabria e Romagnoli. Il risultato è che anche contro il Napoli, il Milan scende in campo senza 7 titolari. E chissà se è per questa ragione o per la stanchezza accumulata a Manchester, ma l’atteggiamento della squadra rossonera è molto diverso dal solito: quasi tutti dietro la linea della palla ad aspettare gli azzurri e pronti a ripartire in velocità negli spazi. L’inizio della ripresa offre un Milan più deciso ad attaccare, ma dopo 5 minuti – colpa di Dalot e Kessiè – incassa il gol del vantaggio napoletano. La reazione rossonera è vibrante ma ancora una volta lì davanti si sente l’assenza di un attaccante vero. Chissà se dopo questo filotto di partite senza Ibra, Pioli e Maldini avranno capito che la vera priorità del Milan è acquistare un centravanti e che Leao al massimo può fare l’esterno. L’episodio finale del nettissimo rigore negato è solo la ciliegina su una torta rancida che resta sullo stomaco a tutti i tifosi milanisti. 5

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