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Analisi

Liverpool-Milan: l’anima rossonera che fa sperare Pioli

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MILANO – Il Milan torna da Liverpool con una sconfitta, qualche rimpianto, ma tante certezze in più per proseguire una stagione che potrebbe consacrare definitivamente la squadra di Stefano Pioli. Ad Anfield Road i rossoneri tornavano a giocare la Coppa dei Campioni dopo quasi 8 anni, un’assenza che ha generato ruggine e tolto esperienza ad una compagine che non è più quella di qualche decennio fa, il tutto dimostrato dai primi terrificanti 15/20 minuti in cui il Liverpool avrebbe potuto segnare 4 gol. Poi, però, il Milan si è tolto di dosso paura e timori, ha reagito e tenuto botta al pur più forte avversario.

Note positive

I rossoneri hanno subìto tantissimo gli inglesi, soprattutto nella prima parte di gara quando l’impressione di quasi tutti i milanisti era stata quella di prendere una scoppola epocale. Il rigore fallito da Salah e parato dal sempre più positivo Maignan, però, ha risvegliato il Milan che d’un tratto si è reso conto che il Liverpool era sì forte ma pur sempre una squadra di calcio coi suoi difetti, avanzando il proprio baricentro ed incominciando a mettere in difficoltà una retroguardia tutt’altro che impenetrabile come quella di Klopp. Qualità e coraggio che, imposti per 90′, avrebbero fatto tremare i polsi di Anfield più a lungo.

Prospettive

L’Europa è diversa dalla serie A, lo si sapeva, il ritmo è impressionante, il livello altissimo, il minimo errore si paga carissimo. Nel Milan c’erano 6 debuttanti, la mancanza di esperienza si è fatta sentire, ma è un difetto che col tempo può scomparire, a prescindere da cosa faranno i rossoneri nel girone. Le mancanze ci sono, la squadra di Pioli è tutt’altro che perfetta, ma ha dimostrato unione, solidità e spregiudicatezza, tenendo aperta la gara fino al 95′ e zittendo Anfield per una bella porzione di secondo tempo. Di punti non ne sono arrivati, ma con questo atteggiamento nulla sembra precluso per una squadra come il Milan, una squadra vera.

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