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Analisi

Pioli contro la sfortuna, ma così è dura

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MILANO – L’oscar della sfortuna in questo primo scorcio della stagione 2021-22 va senza ombra di dubbio al Milan che da fine agosto ad oggi ha inanellato una serie di infortuni che anche solo ne avesse accumulati la metà sarebbe stato da record. Basti pensare che sabato contro il Verona, Pioli dovrà fare a meno per problemi fisici di vario genere a Maignan, Calabria, Theo Hernandez, Florenzi, Bakayoko, Krunic, Messias e Ibrahimovic, oltre al terzo portiere Plizzari. Praticamente una squadra intera assente, condizione che sembra ormai consuetudine per i rossoneri nell’ultimo anno.

Problemi

L’ultima doppia tegola è arrivata in poco più di 24 ore: prima l’operazione di Maignan (che rimarrà fuori per oltre 2 mesi), poi la positività di Theo Hernandez al Covid (seconda in 10 mesi per il francese). Premesso che sugli infortuni traumatici poco si può fare se non imprecare contro la malasorte e premesso che nel calcio moderno che piace a tanti tifosi si gioca troppo e molto spesso gare inutili (vedi Nations League), sta ora a Stefano Pioli aggiustare i pezzi di una squadra devastata dai ko e probabilmente anche amareggiata da tanta sfortuna.

Lavoro

Il compito dell’allenatore emiliano sarà probabilmente più psicologico che tattico, anche perché il gruppo rossonero ha già dimostrato lo scorso anno di saper sopperire in campo a qualsiasi assenza, grazie ad una matrice di gioco ormai assimilata alla perfezione. Pioli dovrà convincere la testa dei calciatori che tutto si può ancora raggiungere e che l’amarezza per le tante defezioni va trasformata in rabbia agonistica per dimostrarsi più forti di tutto. Certo è, però, che lavorare in queste condizioni resta complicato e che con la mancanza continua di tanti ingredienti, piatti saporiti non possono riuscire per sempre.

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