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Analisi

Un Milan involuto attende la sosta per riflettere sui problemi

Per i rossoneri appena 7 punti nelle ultime 6 partite, 3 sconfitte, testa della classifica lasciata all’Inter e aggancio del Napoli al secondo posto

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MILANO – Appena 7 punti nelle ultime 6 partite, 3 sconfitte, testa della classifica lasciata all’Inter e aggancio del Napoli al secondo posto. Qualcosa che non va nel Milan c’è ed è evidente, la squadra che ad inizio stagione sembrava volare in campo, oggi non esiste più, perché oggi i rossoneri arrancano, mancano di lucidità e concretezza, non hanno fantasia, concludono poco e male. Contro il Napoli, ad esempio, la formazione di Pioli non ha praticamente calciato in porta se si eccettua il confusionario forcing finale che aveva prodotto pure il gol di Kessie, misteriosamente annullato da Massa.

Problemi

Quasi comiche ormai le interpretazioni su fuorigioco geografico ed altre fantasiose ricostruzioni di un calcio sempre più votato allo show business e che appassiona sempre meno la gente comune. Ma tant’è, e va detto che il Milan il pareggio non lo avrebbe neanche meritato per come aveva giocato, anzi, per come non aveva giocato la partita. Gli infortuni (ormai una costante a Milanello) spiegano solo in parte l’involuzione dei rossoneri che da un mese e mezzo circa faticano tremendamente ad andare in gol e a vincere le partite.

Lavoro

Del resto, le uniche due vittorie del Milan nelle ultime 7 giornate sono arrivate contro squadre allo sbando come Genoa e Salernitana, il che non spegne l’allarme in casa milanista, con la sosta natalizia che arriverà dopo la trasferta di Empoli di mercoledì e che servirà per capire e provare a risolvere i problemi che stanno condizionando l’annata rossonera. Alcuni giocatori non sono in forma da tempo (Theo Hernandez, Kessie, Brahim Diaz su tutti), altri sono ai box (Leao e Rebic in primis) e torneranno nel 2022 quando a Pioli servirà ritrovare assolutamente la squadra ammirata ad inizio stagione.

Stanchezza

Gli infortuni, si diceva, influiscono, perché in attacco nell’ultimo mese c’è stato solo Ibrahimovic che ha 40 anni, che non ha più lo smalto di un tempo e che ha dovuto giocare sempre, palesando tutti i limiti della sua età pur rimanendo l’uomo più pericoloso della squadra. Col Napoli, poi, l’unico difensore titolare (Maignan escluso) era Tomori, per il resto una linea tutta nuova, con l’ansia che alla prima squalifica o al primo acciacco l’emergenza diventi totale. Il Milan è stanco, non c’è dubbio a riguardo, e vive forse il momento più delicato degli ultimi due anni, un momento che va gestito e a cui va trovata una soluzione rapida ed efficace per non rovinare il lavoro fatto sinora.

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