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Analisi

A un anno di distanza il Milan europeo migliora, ma la strada è lunga

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La Coppa dei Campioni non è la serie A, questo il Milan lo sapeva già ma a Salisburgo ne ha avuto ulteriore riprova. I rossoneri sono apparsi migliori dello scorso anno quando, al ritorno nella massima competizione europea dopo quasi dieci anni, avevano peccato di inesperienza e timidezza, finendo il girone con un deludente quarto ed ultimo posto nonostante determinazione, volontà ed entusiasmo. Quel DNA che un tempo caratterizzava il club milanista è stato preso a picconate da anni di gestioni bizzarre e raffazzonate, ma la ricostruzione è partita e i risultati arriveranno.

Prestazione

La prova del Milan contro il Salisburgo ha palesato pregi e difetti della squadra di Pioli, come dimostra il doppio errore in occasione del gol degli austriaci, causato da una dormita di Bennacer al limite dell’area e da una mancata chiusura di Kalulu, beffato come un novellino da una palla che gli è passata fra le gambe. Calciatori che in Italia la fanno da padrone come Leao e Theo Hernandez, in Europa faticano, non riescono a sfondare di prepotenza e, come tutta la squadra, devono migliorare sui ritmi perché in coppa pure compagini di minor caratura come il Salisburgo corrono a velocità enormi.

Segnali

Di buono c’è la reazione dopo il gol, l’impressione che il Milan sia assai più maturo e convinto rispetto alla scorsa stagione, perfino elementi solitamente confusionari come Saelemaekers e Brahim Diaz si sono ben disimpegnati, col risultato che il tornante belga ha anche realizzato il preziosissimo gol del pareggio che tiene i rossoneri in corsa in un girone forse meno scontato del previsto, con il Chelsea battuto a Zagabria ed ora affamato e bisognoso di punti. Ci vorrà il miglior Milan, la versione da derby che prima o poi dovrà tornare anche quella europea.

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