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Analisi

Le insidie chiamano, il Milan risponde

Un Milan diverso dal solito. Potrebbe essere questo il riassunto dei campioni d’Italia al ritorno dalla trasferta di Empoli

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L'esultanza del Milan dopo la vittoria con l'Empoli (© Agenzia Fotogramma)

Un Milan diverso dal solito. Potrebbe essere questo il riassunto dei campioni d’Italia al ritorno dalla trasferta di Empoli, una partita per certi versi drammatica che ha consegnato ai rossoneri tre punti, una vittoria quasi insperata visto come si era messa la gara, ma anche una serie inopinata di infortuni che tolgono altri pezzi a Stefano Pioli che già non se la passava bene prima della sosta con gli infortuni di Maignan e Theo Hernandez ad aggiungersi ai già malconci Origi e Messias, nonché ai lungodegenti Ibrahimovic e Florenzi. Successo agrodolce, dunque, per un Milan forte, orgoglioso e sfortunato.

Problemi

Partiamo dai guai: Pioli fa i conti con la malasorte “invocata” da Massimiliano Allegri che per rispondere alle critiche nei confronti suoi e della Juve, aveva qualche settimana fa detto: “Provate a togliere al Milan 5 titolari e vediamo che succede“. Una sorta di macumba quella dell’ex tecnico milanista, visto che da quel giorno i campioni d’Italia hanno perso pezzi a manciate in ogni occasione, come ad Empoli quando alla già affollata infermeria hanno bussato pure Calabria, Kjaer e Saelemaekers che verranno valutati nelle prossime ore e che rischiano stop comunque mediamente lunghi.

Risorse

Ma ad Empoli, nonostante il Milan non abbia disputato una delle sue migliori gare, si è vista una squadra forte, consapevole delle sue capacità, tenace nel trovare il vantaggio al 79′ e ancor di più nel ritrovarlo in pieno recupero dopo il pareggio dei toscani che avrebbe demoralizzato chiunque, non la squadra di Pioli che, come al solito, sembra esaltarsi nelle avversità. E forse non è un caso se il gol del sorpasso lo abbia realizzato uno come Ballo-Touré che ha passato un anno fra critiche e sfiducia, ma che non ha mai mollato, come non molla un Milan sempre più rabberciato ma sempre più forte.

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