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Analisi

Milan: qualificazione a rischio fra alibi e limiti

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Si fa più in salita il cammino del Milan verso la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Campioni dopo il doppio ko contro il Chelsea, soprattutto dopo lo 0-2 di San Siro contro i londinesi che avvicina gli inglesi al passaggio del turno e costringe i rossoneri a vincere le restanti gare contro Dinamo Zagabria e Salisburgo per superare il girone. Certo, finora i campioni d’Italia in Europa hanno fatto più o meno ciò che ci si aspettava da loro, ovvero battere i croati, non perdere in Austria e sperare di uscire vivi dal confronto col Chelsea.

Furia

Sulla sfida di San Siro contro gli uomini di Potter pesa come un macigno, ovviamente, il rigore assegnato con manica assai larga dall’arbitro al 20′ del primo tempo con relativa espulsione di Tomori che ha reso ancor più ripida la montagna da scalare per il Milan, a quel punto quasi impotente di fronte ai colossi inglesi. I rossoneri ci hanno provato, ma hanno sbattuto contro un muro pressoché invalicabile, oltre a lasciarsi prendere da un nervosismo che ha contagiato anche il direttore di gara che è sceso al livello dei calciatori, ammonendo a raffica i milanisti e concedendo tutto al Chelsea.

Squadra

Difficile anche valutare la prestazione dei rossoneri in una gara complicata, ma qualche valutazione val la pena comunque farla. In primis, Leao: è di gran lunga il calciatore migliore della squadra, ma non può pensare di risolvere ogni partita da solo senza il supporto dei compagni. Bene Bennacer nel primo tempo, ammirevole Giroud sul quale, però, pesa l’errore sullo 0-1 che poteva valere il pareggio, molto nervosismo in generale in una compagine che si è sentita presa di mira da arbitro e destino, esagerando in alcuni interventi fallosi che potevano compromettere anche le prossime partite.

Futuro

E adesso, il Milan non può far altro che conquistare 6 punti nei restanti 180 minuti del girone per raggiungere quegli ottavi di finale che erano, ad inizio stagione, il traguardo minimo di società, dirigenza ed allenatore. Per riuscirci, Pioli deve lavorare non solo sulla tecnica e sulla tattica, anche perché la squadra da quel punto di vista reagisce sempre bene, ma pure sulla testa dei calciatori che non possono cedere ad isterismi nonostante un evidente torto arbitrale. Al Milan di Sacchi nel 1989 negarono due reti clamorose contro Werder Brema e Stella Rossa, ma i rossoneri portarono a casa comunque qualificazioni e coppa. Non è la stessa squadra, ma la mentalità va aggiustata.

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