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Analisi

Il Milan torna il Milan, ma il rimpianto è duplice

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Assenze, la crisi che fa male come una ferita ancora freschissima, un avversario proveniente da quello che viene unanimemente considerato il campionato migliore del mondo: c’erano tutti gli ingredienti per celebrare anche il funerale europeo del Milan che a gennaio ha gettato nel secchio dell’immondizia scudetto, Coppa Italia e Supercoppa di Lega. E invece i rossoneri sfoderano contro il Tottenham una delle migliori prestazioni della stagione, portano a casa la vittoria e sono pronti a giocarsi la qualificazione a Londra fra meno di un mese con molta più fiducia e molta meno paura rispetto alla vigilia dell’andata.

Recriminazioni

Eppure, dopo il ritorno e la resurrezione del vecchio Milan, a chi usciva da San Siro dopo essersi spellato le mani a forza di applausi e a chi si era goduto la partita dal divano di casa, frullavano nella mente due pensieri, entrambi di rabbia: peccato aver battuto il Tottenham solamente 1-0 e, soprattutto, peccato aver gettato alle ortiche altri obiettivi per un mese di gennaio giocato in maniera scellerata, con 20 gol incassati, sconfitte umilianti e l’impressione che quella solida e rocciosa squadra ammirata fino all’85’ di Milan-Roma dello scorso 9 gennaio si fosse improvvisamente ma irrimediabilmente sgretolata.

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