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Analisi

Milan: Thiaw è più di un talismano

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Arrivato al Milan in punta di piedi e sotto forma di oggetto misterioso, Malick Thiaw si sta imponendo agli occhi del popolo rossonero a suon di ottime prestazioni che denotano il talento del giovane difensore e l’arguzia dei dirigenti milanisti che sono andato a pescarlo nella serie B tedesca, convinti che, come l’abito che non fa il monaco, anche le categorie non fanno un buon calciatore. Thiaw si è dovuto ambientare lentamente, del resto è nato l’8 agosto del 2001 e sotto molti punti di vista è ancora un ragazzo, quasi un bambino, difficile pretendere la perfezione in un paese e in un campionato nuovo.

Esordi

Poi, ecco l’esordio a Verona lo scorso 16 ottobre, gettato da Pioli nella mischia col Milan in vantaggio per 2-1 e i padroni di casa veronesi a spingere come dannati. Thiaw si fa trovare pronto, si trova bene perché il tecnico rossonero ha modificato lo scacchiere tattico adottando la difesa a tre che il tedesco già conosce; quindi ci mette del suo, si getta a corpo morto su tutti i palloni, respinge cross e tiri del Verona, i tifosi scaligeri maledicono quel ragazzone mai visto né sentito e che sta impedendo il pareggio ai gialloblu. Già quella sera, Thiaw riscuote un ottimo successo di pubblico.

Attualità

Da allora, il tedesco è tornato in panchina, facendo giusto qualche comparsata, fino alla decisione di Pioli di rendere definitivo lo schieramento con tre difensori dopo le scoppole subite a gennaio. Kjaer non convince a pieno, Tomori si fa male ed allora è di nuovo il turno di Thiaw che diventa titolare inamovibile dei campioni d’Italia, si comporta alla grande contro Torino, Tottenham e Monza, partite che il Milan vince tutte per 1-0 e nelle quali il difensore è uno dei migliori in campo. “Porta fortuna“, dicono tanti tifosi che eleggono Thiaw immediatamente a idolo assoluto.

Forza

Ma l’ex Schalke non è solamente un amuleto buono da accarezzare quando le cose non girano, è molto di più, è un difensore forte, con caratteristiche fisiche e tecniche invidiabili, nonché con un’ottima personalità, tanto da non intimidirsi neanche in un contesto come quello degli ottavi di finale di Coppa dei Campioni che hanno paralizzato i muscoli di tanti giocatori anche più tosti di lui. Considerando l’età e la capacità di Pioli di far crescere i suoi calciatori, l’idea del Milan è di ripetere quanto accaduto con Kalulu: svezzare un giovanotto in tempi brevi e trasformarlo in un difensore coi fiocchi.

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