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Analisi

Nell’attacco del Milan c’è un’unica certezza, il resto è confusione

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Non è certo questo il momento più adatto al Milan per affrontare questioni di calciomercato e, comunque, legate alla prossima stagione. In ballo ci sono ancora un quarto posto da acciuffare in campionato e, soprattutto, una doppia semifinale di Coppa dei Campioni da giocare contro l’Inter per raggiungere quella finale che dalle parti di Milanello manca da oltre 15 anni. Eppure, un discorso che riguardi l’attacco milanista va fatto ed anche la dirigenza è costretta ad interrogarsi su un reparto che mostra ad oggi le crepe maggiori e che l’anno prossimo rischia di essere rivoluzionato.

Poche certezze

In vista del raduno del prossimo luglio, infatti, l’unica certezza in attacco per Stefano Pioli si chiama Olivier Giroud, fresco di rinnovo di contratto fino al 2024 e vero leader tecnico del reparto avanzato rossonero. Dietro al francese (che peraltro ha già 36 primavere sul groppone), però, la nebbia più totale: l’altra sicurezza si chiama, infatti, Rafael Leao, ma il contratto del portoghese dev’essere ancora prolungato e il rischio che la trattativa naufraghi e che il Milan lo metta ufficialmente sul mercato a luglio, esiste. Se così fosse, i rossoneri perderebbero la loro punta di diamante e l’attacco sarebbe un rebus ancora maggiore.

Dubbi

Al di là di Leao, comunque, alle spalle di Giroud ci sono solamente perplessità: Ibrahimovic ha ormai 42 anni e i suoi problemi fisici lo logorano al punto che per il Milan il suo rinnovo non è una priorità ma, semmai, un lusso da verificare in seguito. Origi non ha convinto, Rebic è apparso lontano parente della punta utile e concreta ammirata negli anni scorsi, e l’impressione, insomma, è che a Milanello si metterà mano al taccuino per cambiare un reparto oggi a forte rischio; certamente un paio di investimenti importanti Maldini e Massara dovranno farli, perché un bomber al Milan serve, perché il tempo passa per tutti e ritrovarsi a zoppicare anche il prossimo anno è un rischio che sarebbe saggio non correre.

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