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Analisi

Milan: pro e contro di un nuovo contratto a Ibrahimovic

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MILANO – Ha stravolto il Milan da quando è tornato, ha rivitalizzato un gruppo timido ed insicuro, ha infuso una mentalità vincente che dalle parti di Milanello non si vedeva da troppo tempo. Il volto della rinascita milanista è naturalmente quello di Zlatan Ibrahimovic che, a dispetto dei 39 anni appena compiuti, corre, lotta, si sacrifica e segna come se il tempo si fosse fermato al 2012, a quella triste estate in cui Berlusconi decise di distruggere il giocattolo da lui stesso creato, cedendo lo svedese e Thiago Silva al Paris Saint Germain e dando inizio al declino di un club che da allora non si è più ripreso.

Certezze

Ibrahimovic è tornato lo scorso gennaio per aiutare il Milan a risalire e ci sta riuscendo alla grande, spazzando via in serie prima lo scetticismo riguardo il suo ingaggio proporzionato all’età, poi quello circa il suo fisico (che sembra invece lo stesso di dieci anni fa), infine ha convinto la società a tornare sui propri passi dando il benservito a Rangnick che mai avrebbe voluto la conferma dello svedese (un genio, insomma) e rimanendo in sella alla formazione rossonera, leader assoluto del gruppo e riferimento della squadra e del tecnico Stefano Pioli.

Rinnovo

Da qui ecco il prolungamento di contratto fino al 30 giugno 2021 quando Ibrahimovic, alla soglia dei 40 anni, dovrebbe appendere gli scarpini al chiodo. E invece il fuoriclasse scandinavo vuole sorprendere ancora, in fondo fisicamente è ancora al top, di motivazioni ne ha da vendere e adesso anche il Milan sta facendo più di un pensierino ad una clamorosa conferma per un anno ancora, ritoccando l’accordo fino al 2022 quando il centravanti di Malmö si avvicinerà ai 41 anni. I dialoghi con Raiola sono iniziati, anche perché in ballo c’è pure il rinnovo di Donnarumma, e la sensazione è che le parti stiano davvero pensando al prolungamento di Ibrahimovic.

Perplessità

E se la notizia scatenerebbe l’entusiasmo dei tifosi, ormai aggrappati al loro campione come la resina sui tronchi d’albero, mantenendo alto il livello di un gruppo che pende dalle labbra dello svedese, il Milan deve comunque guardare anche oltre a Ibrahimovic. Nelle gare saltate dal centravanti quando era positivo al Covid, infatti, i rossoneri sono apparsi nuovamente smarriti, come se la luce sulla squadra si accendesse solo in sua presenza. Ibrahimovic, purtroppo, non ha più 29 anni, bensì 10 in più e la sua carriera è inevitabilmente prossima alla fine, nonostante le sue prestazioni indichino il contrario.

Conclusioni

Logico e sacrosanto che a Milanello si pensi ad un terzo contratto per l’attaccante scandinavo, ormai simbolo assoluto del club, ma il lavoro della dirigenza, qualora Ibrahimovic venisse confermato per un’altra stagione, dovrà essere anche quello di responsabilizzare tutti i calciatori a prescindere da Ibrahimovic. Lo svedese sta indicando e indicherà ancora la strada verso la vittoria e che il Dio del calcio lo conservi ancora integro il più a lungo possibile, ma quando arriverà il momento del commiato, il Milan dovrà essere già pronto a camminare con le proprie gambe, sfruttando al meglio gli insegnamenti del suo straordinario condottiero.

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