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Sfortuna e scelte sbagliate, ma questo Milan non perde mai

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DONNARUMMA – Nel primo tempo raccoglie solo un pallone in fondo al sacco in occasione dell’unica discesa a rete del Parma. Nella ripresa compie lo stesso infausto gesto dopo la rete del raddoppio di Kurtic. Il bello, anzi il brutto, che per il resto del match non gli arriva un pallone che è uno. 6 

CALABRIA – Dalle sue parti scorrazza Gervinho, una minaccia costante per la difesa rossonera ed infatti la prima volta che Calabria si fa trovare fuori posizione, l’ivoriano porta a spasso Kalulu e crossa al centro per il gol di Hernani. Gioca una partita energica ed orgogliosa, commettendo anche qualche errore però è lui che mette in mezzo il pallone decisivo da cui nasce il gol del pareggio milanista. 6,5 

GABBIA – Appena tre minuti, il tempo necessario per essere messo fuori causa da Cornelius. s.v. 

ROMAGNOLI – Il gol subito nasce da una bella azione di Gervinho sulla sinistra che sorprende Calabria e Kalulu. Per il resto del primo tempo il Parma non si fa quasi più vedere nell’area di rigore rossonera. Nella ripresa idea, con l’unica discesa che vale il raddoppio ducale, sul quale il capitano rossonero può far poco. 6 

HERNANDEZ – Più libero del solito di trovare spazio sulla fascia sinistra, ma non sempre preciso nella gestione del pallone. Quando ci riesce, al 20’, manda Castillejo in rete, ma ci pensa l’arbitro a vanificare ogni sforzo cancellando la giocata rossonera. È sua la zuccata prepotente e precisa con cui il Milan riapre la partita, ma la prestazione de luxe del franco-spagnolo non è finita ed è infatti lui che in pieno recupero, con una rasoiata radente di sinistro, regala il pareggio alla sua squadra. 8 

BENNACER – Gioca un po’ troppo pacato, come se la sua squadra non fosse in svantaggio e non avesse la necessità di ribaltare il match. È sempre nel vivo del gioco ma fa anche parecchia confusione. Esce per un problemino muscolare. 5,5

KESSIÈ – Tanta quantità, non altrettanta qualità. Quanto meno non come negli ultimi mesi luccicanti del Presidente rossonero. 6

CASTILLEJO – Al 24’ segna il suo quarto gol in quattro partite, ma stavolta al VAR non sono d’accordo e annullano tutto per 4 mm di offside. Per il resto si vede poco e a fine primo tempo Pioli lo lascia fuori. 6

BRAHIM DIAZ – Troppo leggero lì davanti, non tiene su un pallone e non inventa. Avrebbe un’ottima opportunità al 20’ ma incespica sul pallone nel cuore dell’area avversaria e non riesce a servire due compagni liberi. È oggettivamente lui l’anello debole della manovra rossonera, ma quando gli arriva la palla giusta dimostra tutta la sua classe con un tiro a giro che purtroppo per il Milan si va a schiantare contro l’incrocio del pali a portiere battuto. Nella ripresa, come a Genova, resta a guardare i suoi compagni da fuori. 5

CALHANOGLU – Come già detto anche domenica scorsa, esiliato a sinistra Calha perde molto del suo potere offensivo. Prova comunque a svariare tanto e sul finire del primo tempo trova un clamoroso incrocio dei pali con un gran tiro dal limite. In chiusura di tempo ci prova anche dai 30 metri su punizione e ancora una volta il palo si rivela nemico di Hakan. Al 50’ poi, dulcis in fundo, arriva anche la tripletta di pali, con una sassata di destro che schianta letteralmente la traversa di Sepe. E finalmente, al decimo tentativo dalla bandierina, arriva anche l’assist giusto per il capoccione di Theo che accorcia le distanze. In un match in cui per il Milan regna la confusione offensiva, l’uomo più pericoloso dei rossoneri è senza dubbio lui. 7

REBIC – Davanti alla porta ancora non riesce ad incidere ma prova a lavorare tanto per la squadra e anche a mandare i suoi compagni in porta. L’azione del gol annullato del Milan nasce da una sua brillante intuizione. La sensazione, confermata anche oggi, è che lì davanti Rebic sia un po’ spaesato ed infatti alla fine il giocatone appare nervoso, con se stesso e i compagni. Anche sfortunato quando al 91’ Sepe gli nega la gioia del gol, per fortuna dei rossoneri sulla ribattuta ci pensa Hernandez ad impattare il match. 5,5 

KALULU – Con la bella prestazione di Praga giovedì scorso si guadagna l’ingresso in campo al posto dell’infortunato Gabbia. Viene battezzato purtroppo da Gervinho che lo beffa in occasione del gol del vantaggio parmense. Malgrado l’inizio shock, il francesino dimostra di avere carattere e anche qualità, come dimostrato al 72’ con una chiusura deliziosa su Inglese lanciato a rete. 6

HAUGE – Ancora una volta, come già a Genova, Pioli ricorre al giovane norvegese nell’intervallo per riconsegnare Calhanoglu al ruolo di anima centrale del Milan. Stavolta però l’apporto personale di JPH, che entra in campo con il piede sbagliato, manca decisamente. Perde diversi palloni senza mai azzeccare la giocata giusta. 5

LEAO – Entra al posto di Castillejo e offre subito un buon assist per Calhanoglu che prova a sradicare la traversa dai pali della porta di Sepe. Bravo anche in fase difensiva su Gervinho. Viene anticipato all’ultimo momento da Bruno Alves a mezzo metro dalla porta e comunque anche lui, schierato in una zona di campo non abituale per il portoghese, finisce per perdere di efficacia. 6

TONALI – Entra al 74’ posto di Bennacer fermato per un problemino muscolare. s.v.

PIOLI – La sensazione iniziale, guardando gli undici messi in campo da Pioli, è che la formazione sia frutto di scelte azzardate. Eppure le avvisaglie c’erano state già domenica scorsa quando il Milan, dopo un primo tempo balbettante, aveva trovato un suo equilibrio con l’uscita di Brahim, l’ingresso di Hauge e il ritorno di Calhanoglu nella sua posizione naturale. Certo la sfiga ci mette del suo in un match contrassegnato dall’infortunio di Gabbia dopo pochi minuti, dal gol annullato a Castillejo per un offside di 4 mm e quattro clamorosi legni a salvare Sepe, però nel giudizio su Pioli pesano le discutibili decisioni del mister che finisce per schierare troppi giocatori fuori ruolo (Rebic, Calhanoglu e Leao). Resta il dubbio che con altre scelte sarebbe andata meglio. 5,5

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